Il prossimo passo sarà la realizzazione dei Piani regionali. Le Regioni devono prevedere nei loro Piani il quadro di contesto e le modalità di attuazione dell’integrazione sociosanitaria; le modalità di individuazione dei beneficiari; la descrizione degli interventi e dei servizi programmati e, in particolare, le caratteristiche dei servizi socioassistenziali volti a promuovere la continuità e la qualità di vita a domicilio delle persone anziane non autosufficienti, comprese le nuove forme di coabitazione solidale delle persone anziane nelle aree indicate, nonché le altre forme di intervento; la programmazione delle risorse finanziarie; le modalità di monitoraggio degli interventi; le risorse e gli àmbiti territoriali coinvolti nell’implementazione delle Linee di indirizzo per Linee di indirizzo per Progetti di vita indipendente ».
Il piano regionale umbro per la non autosufficienza è istituito dalla Legge Regionale n. 9 del 4 giugno 2008, “Istituzione del fondo per la non autosufficienza e modalità di accesso alle prestazioni”, che ha introdotto nel processo programmatorio regionale il Piano regionale integrato per la non autosufficienza (PRINA), al fine di definire: i criteri generali di riparto del Fondo e l’assegnazione delle risorse da destinare alle Aziende USL con vincolo di destinazione per i distretti socio-sanitari e ambiti territoriali sociali, le aree prioritarie di intervento nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza da garantire alle persone non autosufficienti; gli indirizzi per l’organizzazione dei servizi territoriali operanti a livello di Azienda USL e a livello di comune.
La costruzione del Piano Regionale per la non autosufficienza prevede la formazione di tavolo tecnici all’interno dei quali deve essere garantita la partecipazione e la rappresentanza delle formazioni sociali e delle organizzazioni sindacali cosi come si evince dal art.14 della legge n.9 del 2008 “Nella costruzione e gestione del Fondo assume un ruolo fondamentale il confronto ai vari livelli istituzionali con le organizzazioni sindacali, le espressioni di autorganizzazione della società civile in ambito sociale, con particolare riferimento alle organizzazioni di volontariato, alle associazioni di promozione sociale e del confronto con le rappresentanze dei soggetti gestori dei servizi. Il confronto si realizza lungo tutto l’arco della elaborazione degli strumenti di programmazione e si completa nel confronto sulla valutazione degli esiti. A livello degli ambiti territoriali sociali tale confronto si svolge attraverso il tavolo alto della concertazione.”
Le Politiche che incidono sulla vita delle Persone con disabilità devono essere pianificate con le organizzazioni che le rappresentano, garantendo alle Associazioni concreta opportunità di partecipazione alle decisioni e di valutazione della loro pratica attuazione quotidiana.
Le risorse devono essere investite sulla base di condivisi criteri di equità, trasparenza, appropriatezza, nonchè sostenibilità per garantire a tutti il diritto di essere “Liberi di scegliere….dove e con chi vivere” e secondo questa prospettiva la Fish Umbria intende assumersi la responsabilità di offrire il contributo di chi rappresenta i titolari dei diritti.
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